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Angelo Zegna morto, lo stilista aveva 97 anni

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Angelo Zegna morto – La notizia della morte dello stilista Angelo Zegna: le dinamiche aziendali e non solo. Le ultime notizie dall’Italia e dal mondo aggiornate in tempo reale 24 ore su 24.

È morto il 19 agosto Angelo Zegna. Imprenditore dell’azienda omonima, aveva 97 anni. I funerali si svolgeranno nel pomeriggio del 20 agosto in forma privata. Lascia i quattro figli, Gildo, Elisabetta, Benedetta e Anna. Da decenni residente in Svizzera — dove si era trasferito con una parte delle produzioni, ai tempi dei grandi scioperi in Italia, per poter assicurare le consegne degli ordini — Angelo ha concluso la sua vita a Trivero, nell’abitazione dove passava le estati in famiglia.

E la famiglia era con lui anche in questi giorni. Insieme, in quel biellese dove la Zegna è nata nel 1910 grazie al padre Ermenegildo e che Angelo, con il fratello Aldo, aveva preso in mano all’inizio degli anni Sessanta e aveva fatto crescere: prima aggiungendo l’abbigliamento alla produzione di tessuti; poi iniziandone l’internazionalizzazione e lo sviluppo dei negozi.

Aveva passato definitivamente il testimone al figlio Gildo e al nipote Paolo nel 2007, allora entrambi amministratori delegati, in occasione di un importante cambio della governance del gruppo: a Gildo la gestione, come ceo, a Paolo il ruolo di ambasciatore della società e della famiglia nella veste di presidente che fino a quel momento era stata dello stesso Angelo. Contestualmente i due rami familiari (i discendenti di Aldo e i discendenti di Angelo) confluivano tutti in un’unica società di controllo del gruppo, la Monterubello, secondo uno schema che c’è anche oggi e che evolverà con l’annunciata quotazione a New York.

Angelo Zegna, il ritratto

È stato un imprenditore, e un padre, amato e rispettato. Carattere curioso, pragmatico, sobrio e appassionato; anche severo, come tanti uomini della sua generazione (era stato al fronte) e come era stato suo padre. Lo raccontava lo stesso Angelo in una delle sue ultime interviste, rilasciata al Corriere della Sera in occasione del cambio di governance: «È stato mio padre a orientare le nostre scelte in base ai nostri temperamenti: io ho studiato scienze economiche e mio fratello ingegneria. D’ altra parte, lo stesso aveva fatto mio nonno Angelo, che faceva l’orologiaio, quando, dopo aver acquistato tre telai, decise di mandare mio padre a studiare al Tecnico di Biella, l’unico a studiare tra i suoi 12 figli… Mio padre era un uomo molto severo, anche se socialmente molto aperto, e ci ha dato sempre direttive precise».

In azienda a 12 anni 

Aveva mosso i primi passi in azienda giovanissimo, 12 anni. Ci andava durante l’estate, insieme al fratello. Trascorrevano metà della giornata in fabbrica e l’altra metà a casa a studiare tedesco con una istitutrice. Oltre al tedesco, parlava fluentemente inglese e forse anche per questo fu un viaggiatore instancabile. L’ingresso ufficiale in azienda avvenne dopo la laurea. Bene la pratica, ma lo studio non doveva mancare. Diceva che «la formazione delle nuove generazioni è fondamentale» e parlando dei giovani Zegna sottolineava che «tutti dovevano un periodo di lavoro all’ estero e sapere almeno un paio di lingue». Spronava a fare. Sosteneva: «I giovani che vogliono possono trovare il loro spazio, se hanno volontà, determinazione, umiltà di imparare». Soprattutto: mai arrendersi, «non bisogna mollare». Lo diceva in generale, e lo diceva soprattutto ai figli. Credeva nei valori trasmessi in famiglia e, se qualcosa andava storto, le colpe maggiori erano dei genitori «che non si fanno carico di dare un messaggio ai figli».

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Fonte: Corriere della Sera

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