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Green pass obbligatorio, cosa può cambiare in Italia da martedì

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Green pass obbligatorio – Al vaglio l’obbligo del certificato verde anche nei ristoranti al chiuso per arginare l’aumento dei contagi. Novità in arrivo sui parametri per la zona gialla. Intanto, le regioni si blindano con i controlli negli scali.

Green pass obbligatorio in Italia anche per i ristoranti al chiuso. E’ questa una delle ipotesi al vaglio del governo per arginare la ripresa dei contagi di coronavirus, in parte dovuta alla diffusione nel Paese della variante delta.

Martedì dovrebbe svolgersi la cabina di regia nel corso della quale sarà valutata l’eventuale rimodulazione del certificato verde, che potrebbe essere rilasciato solo a chi ha effettuato la doppia dose del vaccino, è guarito dal covid o ha un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti.

Green pass obbligatorio, la discussione del CTS

Sull’ipotesi del green pass obbligatorio nei ristoranti al chiuso si è già espresso Franco Locatelli, coordinatore del Cts e presidente dell’Istituto superiore di sanità. “Premesso che la scelta spetta al decisore politico, a titolo personale, dico che va considerato seriamente anche il Green Pass per mangiare al chiuso nei ristoranti. Peraltro, chi esita a tornare nei ristoranti credo che lo farebbe con più tranquillità sapendo che vi hanno accesso persone con il certificato”, ha detto Locatelli in un’intervista a Repubblica. “Credo che vadano fatte scelte per contrastare la ripresa della circolazione virale -ha spiegato-. Dare accesso a determinate attività a chi è stato vaccinato, o comunque ha il certificato verde, è una strategia inevitabile. Penso a concerti, grandi eventi, stadi, cinema, teatri, piscine palestre. In questi casi è fuori discussione la necessità del documento”. Per quanto riguarda le discoteche, il Cts ha già dato parere favorevole alla riapertura solo in zona bianca, all’aperto e col green pass.

Si ragiona anche sulla possibile revisione dei parametri che determinano il passaggio in zona gialla delle regioni, alcune delle quali a rischio secondo gli attuali indicatori come ad esempio l’incidenza dei casi sulla popolazione. Per un eventuale cambio di colore, come anticipato nei giorni scorsi dal ministro della Salute Roberto Speranza, “peserà di più il tasso dei ricoveri” rispetto agli altri parametri.

“In una fase caratterizzata da un livello importante di vaccinazione” contro il Covid, secondo il ministro è infatti “ragionevole che nei cambi di colore e nelle conseguenti misure di contenimento pesi di più il tasso di ospedalizzazione”.

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