Quali sono le regioni rosse e arancioni? Ultime notizie nuovo DPCM novembre 2020. E’ arrivata la tanto attesa risposta dell’Istituto Superiore della Sanità e del Ministero della Salute.

Nel corso della conferenza stampa indetta dall’Istituto Superiore della Sanità presieduta dal Professor Rezza, sono state enunciate le distinzioni tra le varie regioni rosse, arancioni o gialle. Ecco le parole di Rezza:

“Sono ore particolarmente intense, ci siamo riuniti in cabina di regia e stiamo ancora lavorando. Per quanto riguarda la situazione epidemiologica siamo di fronte ad una nuova emergenza epidemica, che era del resto attesa. Al momento questo è un problema europeo. A marzo si facevano 20-30 mila tamponi al giorno, se ne fanno 200 mila al giorno oggi. Oggi sono stati eseguiti nel nostro paese 212 mila tamponi con 30550 tamponi positivi. I decessi oggi sono 352″.

Quali sono le regioni rosse e arancioni? Le risposte dell’Istituto Superiore della Sanità

“Le oscillazioni quotidiane sono ampiamente previste. bisogna vedere come va il trend. Nelle ultime 3 settimane abbiamo avuto un trend in aumento, in questi ultimi giorni abbiamo avuto però una stabilizzazione”.

“Per quanto riguarda le regioni più colpite, c’è sicuramente la Lombardia. Abbiamo il Piemonte e la Campania che registrano oggi tanti positivi. La Campania oltre 4000 tamponi positivi. Anche il Veneto oggi ha avuto numerosi positivi, nel Lazio vediamo invece un leggero incremento”.

“Le regioni in zona rossa? E’ ancora in fase di valutazione. I criteri di valutazione sono stati riportati dal DPCM e da vari documenti ministeriali. L’indice RT sarà fondamentale in questo senso. Questo ci dà un po’ la prospettiva di come sta andando la trasmissione. L’altro parametro è un insieme di indicatori, ivi compresi quelli di resilienza. Cioè quanto il sistema è in grado di rispondere e darci dati affidabili. Si sta ragionando su questi due parametri”.

“E’ previsto un automatismo nel DPCM, automatismo non vuol dire che sia tutto così facile. Se basassimo tutto solo sull’RT, piuttosto che sull’incidenza, allora questo automatismo sarebbe molto facile e comprensibile. Però potrebbe essere anche fallace. Questo lo dico per chiarire alcuni aspetti. Noi per esempio, se abbiamo una regione che non riporta con completezza i dati. Potrebbe sottostimare l’incidenza e quindi anche l’RT, oppure se riporta semplicemente i casi senza la data di comparsa dei sintomi. L’RT tenderà in quel momento a sballare. Non si può ricorrere ad un automatismo semplicissimo. Bisogna vedere anche qual è la resilienza, la capacità di risposta del sistema e quanto sono completi i dati”.

“Mi sembra che una regione possa esentare una provincia dalle misure più restrittive, qualora non ci fossero grandi problemi in questa determinata provincia. Credo che l’applicazione di zone rosse a parti piccole del territorio regionale sia un meccanismo ancora del tutto praticabile”.

“Quello che auspichiamo, e credo si stia andando verso questa direzione, è che il sistema sia sempre più in grado a livello territoriale di dare una buona assistenza a chi necessita di passare a casa un periodo perché asintomatici o con un po’ di febbre”.