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Bassetti intervista oggi: “Galli da querela! Sono narciso, la telecamera è una droga”

Bassetti intervista oggi – «Controcorrente io? No, è che in Italia parlano soprattutto i catastrofisti. Il famoso rubinetto che portava malati nei Pronto soccorso si è quasi prosciugato. Il resto sono discorsi da bar»

Matteo Bassetti è uno dei virologi più noti. Presentissimo in tv, in un’intervista a Chi non ha nascosto quasi nulla della sua vita privata. Ecco le sue parole riportate dall’edizione online del Corriere della Sera:

Parole sue: «La telecamera è una droga». È malato di narcisismo?
«Tutti quelli che vanno in tv lo sono. Se dicono di non esserlo, mentono. Io non ci trovo nulla di male».

Prof e medici non dovrebbero stare in ospedale e università?
«Io sto in ospedale dalle 7.40 alle 20.30. Faccio qualche collegamento con Skype. È parte del nostro lavoro comunicare. I docenti hanno un terzo del tempo per parlare alla gente».

A volte si sfiora l’esibizionismo.
«Siamo libri aperti, ormai siamo personaggi pubblici. Il nostro ruolo è aiutare la gente a capire».

Bassetti intervista oggi, le parole a Chi

A volte finisce in lite. Con Massimo Galli sono volate parole grosse.
«Ha parlato di nani e ballerine, lo trovo gravissimo, rasenta la querela. Ormai non lo ascolto più, lo trovo poco interessante. Anche quando dice qualcosa di giusto, lo dice male».

Però è vero che lei è vicino a Salvini.
«Io sono poco ideologico, sono un liberale. Ho posizioni da medico, non da politico. Certo, Salvini lo conosco e lo sento, come altri: e lo trovo una persona di buon senso».

Il ministro Speranza fa parte dei catastrofisti di cui parlava prima?
«Sì. Forse ci vorrebbe un ministro medico».

Sta pensando a Pierpaolo Sileri?
«Sarebbe una bellissima figura, dal grande spessore culturale e scientifico. Sono di sicuro più vicino a Sileri che a Speranza».

Forse nell’andare in tv c’è stato un eccesso di agonismo che ha portato a qualche errore.
«Tutti abbiamo sbagliato. Io ho detto che non sarebbe arrivata la seconda ondata. Ma poi ho avvertito che la terza sarebbe arrivata a febbraio, dolorosa come la seconda. Oggi è finita».

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